Apriamo con il dr. Raffaello De Crescenzo un piccolo spazio dedicato al vino e all’alcol. Imparare può aiutare ad evitare.

 

Ogni volta che entriamo in un supermercato, ogni volta che ci apprestiamo a cucinare un cibo, stiamo compiendo dei gesti che altro non sono che l’evoluzione di quelli che compivano i nostri progenitori neandertaliani quando dovevano procacciarsi il cibo e prepararlo per poterlo assimilare.

E’ chiaro che nei secoli molte cose sono cambiate e la scienza dell’alimentazione ha progredito in maniera considerevole, di pari passo all’evoluzione delle tecniche di cucina.

CIbimBO, vuole analizzare l’evoluzione della scienza dell’alimentazione senza demonizzare il progresso, ma ricordandoci da dove siamo partiti, per esser maggiormente consapevoli della direzione in cui stiamo andando.

Possiamo parlarne ai bambini?

Quando si parla di bambini è strano pensare di parlare anche di vino. Tuttavia si è bambini solo per alcuni anni della propria vita, mentre adulti lo si è per tutto il resto della vita. Ecco perchè affronteremo anche il tema dell’alcol e delle bevande che lo contengono: perchè i bambini di oggi possano essere gli adulti consapevoli di domani.

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Mangiare e bere sono fatti culturali oltre che necessità primordiali dell’essere umano.
Quando mangiamo e beviamo forniamo nutrienti ed energia al nostro organismo, permettendogli il regolare svolgimento di tutte le funzioni cellulari.

Ciò che introduciamo all’interno del nostro corpo, però, determina la qualità del funzionamento del nostro organismo: dai tessuti agli organi.

Partiamo dal presupposto che qualunque sostanza, se assunta in quantità eccessive, può rivelarsi dannosa.
Tuttavia esistono due tipologie di tossicità: quella acuta e quella cronica.
Nel primo caso parliamo di sostanze pericolose già a bassissimi livelli, che provocano danni al nostro organismo in tempi ridotti.
Nel caso di tossicità cronica, invece, parliamo di sostanze che daranno problemi a seguito dell’accumulo nel tempo all’interno del nostro organismo.

Il vino contiene l’alcol: una sostanza in grado di provocare una tossicità sia acuta che cronica. Acuta perchè, se ingerita in quantità eccessiva, può causare anche crisi gravi fino al raggiungimento dello stato di coma (il cosiddetto coma etilico). Cronica perchè può essere causa di alcolismo e cirrosi epatica.

E’ chiaro che tutti questi effetti sono molto più evidenti nel caso dell’uso (e ancor più dell’abuso) di superalcolici, data la presenza comunque relativa (tra il 10 ed il 16%) di alcol nel vino. Tuttavia è bene avvicinarsi al “nettare di bacco” sempre con prudenza e con attenzione, per appropriarci delle sue caratteristiche positive (legate alla presenza di polifenoli e minerali) ed apprezzare il piacere che questa bevanda sa dare.

Negli anni ho studiato l’argomento vino da diversi punti di vista, imparando ad apprezzare questo prodotto e a stimare molto chi dedica la sua vita per produrlo. Fare vino di qualità è una sfida continua, che si deve vincere riuscendo a coniugare il rispetto per l’ambiente, con l’amore per il proprio territorio, il coraggio di innovare ed essere al passo con la ricerca pur rispettando sempre le proprie tradizioni.

Nelle prossime puntate approfondiremo tanti argomenti, cercando di mantenerci comunque leggeri ed accessibili a tutti.

Per questa volta concludo qui, cogliendo l’occasione per ricordare che ci sono tre casi in cui NON SI DEVE ASSOLUTAMENTE BERE:

  1. – prima di mettersi alla guida,
  2. – prima dei sedici anni,
  3. – nei nove mesi prima di dare alla luce un figlio.

In tutti questi casi, infatti, sareste responsabili per la vita vostra e/o di altre persone.

Quindi bevete si, ma di qualità e con consapevolezza.

La vita è troppo breve per bere qualcosa di scadente….

 

Dott. Raffaello De Crescenzo

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