Ci siamo mai chiesti cosa troviamo nel cibo che mangiamo?

senza-conservanti-senza-coloranti- senzaForse molti di noi non l’hanno mai fatto perchè danno per scontato che la risposta sia: carboidrati, proteine, grassi, vitamine, enzimi, minerali, acqua, fibre, tutti componenti naturali. Oggi più che mai Invece, ci dobbiamo rendere conto che il cibo non è più così naturale. Soltanto le persone che hanno già vissuto 50 anni possono ricordare ancora i gusti e i sapori genuini di una volta. Per i più giovani è difficile e per chi vive in città, difficilissimo. A nessuno interessa sapere cosa c’è nel cibo che mangiamo, l’importante è che sia buono, nel senso di gusto, e costi poco. E in effetti costa poco il cibo industriale che troviamo ogni giorno, in qualsiasi periodo dell’anno, senza più rispettare tempi e stagioni, perché gli additivi chimici, permettono di fare quello che la natura nega.

Senza conservanti, senza coloranti, senza…

Per saperlo è necessario prima di tutto informarsi, leggere le etichette, sapere se e quali additivi vengono impiegati nel cibo e soprattutto comprendere a cosa servono. Sono molti i motivi per cui prodotti chimici di sintesi finiscono nel nostro piatto, perché:

  • sono dichiarati nell’etichetta, quindi lo sappiamo;
  • sono nascosti e nell’etichetta non vi è traccia;
  • indirettamente a causa dell’inquinamento ambientale.

“La legge consente un uso moderato di additivi a patto che non minaccino di ledere la salute dei consumatori, stabilendo i limiti massimi di utilizzo per ciascuna di queste sostanze in base alle conoscenze scientifiche acquisite. E proprio qui sta il punto: quali sono questi limiti?” (Tratto da Mangiare sano e naturale, Macro Edizioni 2011.)

E se tutti i prodotti rispettano il limite, a fine giornata quanti additivi chimici abbiamo ingerito? E i nostri bambini?

Al consumatore non è dato saperlo a meno che egli non vada a leggersi le direttive comunitarie osenza-conservanti-senza-coloranti-senza ministeriali, spesso comprensibili solo agli addetti ai lavori. Esiste in realtà, una DGA, dose gionaliera permessa, ma sempre e solo per ogni prodotto, e nessuno mai fai la somma dei prodotti. E perché in etichetta non vengono date le informazioni complete? Sapete che molti additivi sono stati testati sugli animali, altri sono di derivazione OGM, moltissimi possono dare reazioni allergiche anche a piccole dosi in soggetti particolarmente sensibili? Quali sono stati i criteri scientifici utilizzati per dichiarare un additivo inoffensivo (entro certe dosi)?

Nonostante gli assidui controlli  è molto facile trovare in commercio prodotti poco raccomandabili.

“Esistono poi sostanze che finiscono nei cibi per frode commerciale o sanitaria, un fenomeno fuori controllo nonostante l’impegno dei NAS, dei Carabinieri e di altre agenzie preposte. Quando poi è la malavita organizzata a prendere in mano un settore alimentare c’è da stare poco allegri. Penso al caso del pane cotto in forni abusivi e in pessime condizioni igieniche gestiti dalla camorra, in cui si utilizza legname ricavato dalle bare dissotterrate nei cimiteri oppure quello di risulta di porte e infissi verniciati contenenti sostanze altamente tossiche. Penso anche al vino ai fertilizzanti, al latte alla melanina e a tutti questi pessimi esempi di cosa possa produrre la mancanza di etica e il degrado sociale. A differenza di un tempo, oggi davvero non sappiamo cosa mangiamo ed è per questo che adottare un sistema nutrizionale che tenga conto del principio della naturalità è fondamentale. Ma procediamo con ordine e intanto cominciamo a vedere quali sono gli additivi dichiarati presenti nei cibi.” (Tratto da Mangiare sano e naturale, Macro Edizioni 2011.)

Senza conservanti, senza coloranti, senza…

ma parlando di additivi chimici dichiarati, molto abbiamo scritto: “si tratta di molecole chimiche sintetizzate in laboratorio che ricalcano quelle presenti in natura. Altre volte, invece sono sostanze chimiche di pura sintesi, cioè non presenti in natura e inventate dall’uomo e altre volte ancora sono addirittura OGM.”

senza-conservanti-senza-coloranti-senzaMolti li conosciamo, sono i conservanti, i coloranti, i lievitandi, gli edulcoranti e così via, ma non abbiamo mai parlato degli additivi occulti, vale a dire, residui di inquinanti dei processi di lavorazione (solventi, reagenti); residui di farmaci per cure veterinarie (antibiotici, antinfiammatori, psicofarmaci), residui di anticrittogamici, antiparassitari e pesticidi, diserbanti, usati in genere nell’agricoltura per proteggere le piante dall’attacco di insetti e malattie.
Residui da materiale da imballaggio come plastica, colle, carta, pvc, gas di imballaggio diversi dall’aria, come prodotti chimici usati illegalmente…  Ed infine, tutti gli additivi chimici che si aggiungono in modo indiretto, ma non per questo meno importante: pulviscolo atmosferico (piogge acide, radioattive; scarichi industriali (settore tessile, pellame, chimico, siderurgico, materiali plastici; scarichi di aziende zootecniche (deiezioni animali, concimi chimici, diserbanti, pesticidi, che entrano nel terreno e raggiungono le falde acquifere che forniscono acqua per l’irrigazione dei campi). Autoveicoli; impianti per il riscaldamento (abitazioni civili e impianti industriali; prodotti chimici che residuano per anni nel terreno (diossine, policlorobifenili, DDT).
Si calcola che più di 5.000 sono i prodotti chimici usati negli alimenti e 330 i pesticidi usati in agricoltura (Fonte: OMS). Si aggiungano le scorie radioattive diffuse in atmosfera per incidenti nucleari. (Tratto da Mangiare sano e naturale, Macro Edizioni 2011.)

E’ importante conoscere il cibo che mangiamo per educare i bambini ad una sana alimentazione ed evitare che si riempiano come salvadanai, di prodotti chimici molto pericolosi. Nessuno si chiede cosa possiamo fare per mangiare meglio, eppure una risposta c’è: mangiare senza conservanti, senza coloranti, senza additivi chimici.

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