Pomodoro nei ricordi di un Americano
Il pomodoro italiano è, se non il più apprezzato, tra i più apprezzati al mondo. Pane olio e pomodoro era una delle merende che a noi ragazzi davano spesso e oggi, per molti turisti, pane tostato, pomodoro a fette e un filo d’olio extravergine d’oliva con un pizzico di sale è un’ottima colazione.
Mi raccontava tempo fa un signore americano, che nonostante abbia comprato i semi di pomodori in Italia e li abbia piantati nel suo orto i frutti raccolti, sebbene fossero molto migliori degli autoctoni , non sfioravano lontanamente il sapore dei pomodori italiani. “Chi li ha assaggiati in Italia, sosteneva, così come per le verdure e molti altri nostri prodotti,”ha mangiato qualcosa di unico.
Pomodoro americano
Questo signore voleva conoscere il motivo di questa grande differenza, e si chiedeva sarà per la terra, il clima, il sole? Avrebbe importato anche il terreno italiano pur di avere il sapore dei pomodori italiani, poi una riflessione più attenta l’ha portato a capire che in Italia si punta molto alla qualità. In un Paese così grande e all’avanguardia come in America, quello che più conta è la reperibilità del prodotto, quindi avere pomodori tutto l’anno, e l’estetica, frutti più grandi e perfetti. Nel mondo commerciale dove la quantità supera la qualità i pomodori industriali devono essere coltivati per la resa, senza sprechi o ritardi, la produzione deve essere perfetta e resistere alle malattie, quindi i pomodori vengono bombardati di sostanze che li fanno crescere sani e belli. I coltivatori sono pagati per il raccolto, e il risultato è che si produce molto ma senza alcun sapore.
Pomodoro nostrano
Nei mercati agricoli italiani aveva imparato a comprare pomodori imperfetti e con piccole macchie ma dal sapore unico e squisitamente italiano perché vengono raccolti nel periodo giusto e crescono con tutti i sapori ed i nutrienti del terreno fino a maturazione completa, a differenza di quelli industriali, che spesso (come la maggior parte dei prodotti esportati) vengono coltivati in modi più veloci, meno naturali e raccolti prematuramente per farli arrivare a destinazione non deteriorati, ma purtroppo privi di gusto.
Il nostro turista americano ha imparato bene a scegliere i pomodori e ci racconta che al mercato inizia osservando la loro forma poi li tasta per sentire se sono leggermente morbidi, questo indica il contenuto di acqua e zucchero, ed infine come fanno i grandi chef, li annusa perché dall’odore si percepisce l’acidità e la dolcezza.
Quello che ci ha insegnato questo visitatore è che il sapore italiano che gira nel mondo, è ancora quello dei piccoli produttori, dei contadini, capaci di creare qualcosa che si stampa nel palato, nel cervello e nel cuore.