Obiettivi e riferimenti educativi generali La Casa Famiglia “A casa di  Zoe” è una struttura residenziale a carattere comunitario che accoglie minori da 0 a 13 anni allo scopo di attuare interventi socio-assistenziali ed educativi, integrativi o sostitutivi della famiglia di origine sulla base di un progetto educativo individualizzato. Tali interventi sono messi in atto da operatori competenti ed in rete con i servizi territoriali con l’obiettivo di costruire un ambiente idoneo a favorire la crescita armonica del minore in attesa di un miglioramento della condizione familiare che ne ha determinato l’allontanamento. Per questo, l’accoglienza in casa famiglia è temporanea. L’intento primo dell’accoglienza è quello di offrire un sostegno  al bambino al fine di facilitare la soluzione dei problemi  che ne hanno determinato l’allontanamento dalla propria famiglia e renderne possibile il reinserimento. Nel caso in cui il minore abbia bisogno di un sostegno prolungato, supportiamo i servizi nella preparazione per lui della possibilità di un affidamento familiare temporaneo, secondo la normativa vigente, oppure di una famiglia di appoggio. Qualora il tribunale competente decreti l’adozione, la Casa famiglia collabora alla verifica  delle affinità tra il minore e la nuova famiglia e alla maturazione graduale del nuovo rapporto, soprattutto nel rispetto dei  suoi ritmi e bisogni.   Modalità operative e gestionale L’assetto metodologico, improntato sui valori familiari del vivere quotidiano, consente la riproduzione delle dinamiche parentali, garantendo la continuità affettiva e la stabilità delle figure di riferimento adulte. È infatti determinante la costanza della presenza dell’adulto perché determina nel minore il costituirsi di sani processi di attaccamento che risulterebbero alla base della salute mentale e psico-affettiva dello stesso. Creare e ri-creare l’ambiente familiare temporaneamente non disponibile, pone nel minore, le giuste premesse per il reinserimento nella famiglia di origine o  ove assente, per il passaggio ad una famiglia affidataria o adottiva. Tutto questo nell’ottica della temporaneità dell’intervento, allo scopo di restituire il bambino ad un percorso di vita ordinario o “normale”.

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