Pasta, le sue origini
Scoprire l’origine della Pasta è un viaggio lungo e affascinante che si perde nella notte dei tempi. Per la maggior parte di noi, e direi per fortuna, sedersi davanti ad un piatto di pasta è il gesto quotidiano più normale del mondo; soprattutto in Italia, patria per eccellenza di questo alimento. Ma ci è mai venuta la curiosità di sapere quando e come è nata? Autorevoli ricerche ci riportano a tantissimi milioni di anni fa, forse più di 8000 a.C. quando l’uomo abbandona la sua vita nomade e diventa agricoltore. Semina e coltiva i semi e le bacche che lo avevano sfamato per tanto tempo, nasce il grano, che una volta macinato viene impastato con dell’ acqua e lasciato cuocere al sole o su pietre roventi, prima di essere mangiato. E’ la pasta! La troviamo sin dalle sue antichissime origini in tutto il continente euroasiatico; dai Beduini, gli arabi del deserto, s’impara ad essiccarla. Poiché durante le loro lunghe peregrinazioni non avevano sufficiente acqua per prepararla ogni giorno quindi ebbero l’idea di stendere l’impasto in sottili “fogli” che lasciavano asciugare al sole e all’aria per poterla poi consumare durante i loro viaggi; ma anche tra gli Etruschi, i Greci ed i Romani tantissime sono le testimonianze. Non fu quindi Marco Polo a scoprire la pasta in Cina e ad importarla in Italia ma sicuramente fu proprio in queste due nazioni che la pasta ebbe la sua più grande evoluzione sebbene con caratteristiche diverse.
Pasta e l’arrivo in Sicilia
Nel 1100 il geografo arabo Al-Idrin nel suo libro ci parla con testimonianze precise, della pasta in Sicilia e più precisamente e per la prima volta degli spaghetti. A Palermo, trova infatti “un cibo di farina in forma di fili”, il triyah (dall’arabo itrija, umido, fresco). E proprio dalla Sicilia sembra che la pasta essiccata inizia il suo viaggio alla conquista dell’Italia.
E’ tra il 1400/1500 che la pasta “bolle in pentola”, cioè viene cotta in acqua ed il mercato della pasta è sempre più florido. Ai nuovi metodi di cottura si aggiungono anche nuovi tipi di preparazione e di forme, le più svariate, che sono arrivate tutte fino a noi, dalle forate alle paste da riempire ai famosissimi maccheroni. Si riteneva inoltre che Liguria, Campania e Sicilia fossero le regioni più vocate alla produzione della pasta perché il clima del bacino mediterraneo ne favoriva l’essiccazione, ma al Nord non si perse tempo e si inventarono i primi « telai» che in locali appositamente riscaldati svolgevano egregiamente la loro funzione di essiccazione. Le botteghe dei vermicelli, com’erano chiamate all’epoca, si moltiplicarono velocemente in tutta Italia, tanto più con l’arrivo dall’America, del pomodoro…
Già nel 1600 troviamo le prime corporazioni di mugnai, pastai, fornai che, se non in regola venivano puniti severamente a frustate. Con la Bolla Papale di Urbano VIII nel 1641 s’imponeva addirittura l’obbligo di mantenere una distanza di almeno 24m. tra un « vermicellaio » e l’altro tante erano le botteghe che si aprivano. Grano duro ed acqua per la pasta secca o farina di grano tenero per la pasta fresca, comunque da sempre si usa il prodotto più coltivato in Italia in entrambe le qualità: il grano che ogni regione ha trasformato poi in specialità.
Pasta: il nostro vanto nel mondo
Oggi la pasta è il simbolo dell’Italia nel mondo che ne è la prima produttrice con oltre 3 milioni di tonnellate all’anno ed è al primo posto anche per il consumo procapite. Ma il fascino della pasta sta aumentando notevolmente anche nei Paesi asiatici, in Cina, ed in Giappone, perché?!
Perché la pasta non è soltanto buona, fa soprattutto bene in modo particolare al sistema cardiocircolatorio come agli organi intestinali. E’ quanto afferma l’OMS, Organizzazione mondiale della Sanità, nelle sue recenti linee guida:
“ la nostra dieta alimentare dovrebbe contemplare una quantità di carboidrati complessi del 45-48% delle calorie che dovremmo assumere ogni giorno. Almeno la metà di queste dovrebbe provenire dal consumo della pasta, perché a differenza di altri alimenti, che hanno un indice glicemico molto elevato e tendono a trasformarsi in grasso, contiene un amido più resistente che si trasforma in zuccheri attraverso una lenta stimolazione del pancreas che permette un rilascio calibrato degli zuccheri e quindi un rallentamento dello sviluppo delle malattie metaboloiche. La pasta si digerisce facilmente, basterebbe infatti una buona masticazione. Per la prevenzione contro il cancro viene consigliata la pasta integrale ricca di betaclucano e numerosi antiossidanti. Va detto che una buona pasta deriva dalla qualità della materia prima, farina, uova, e dal sistema di lavorazione fino all’essicazione.
Una netta distinzione deve essere fatta tra le paste artigianali e quelle industriali.
La pasta artigianale impastata con farina di grano duro all’uovo, trafilata al bronzo fatta asciugare all’aria ha in se la ricchezza del tempo che le conferisce una porosità ed una tenuta di condimento straordinaria. Questa ricchezza sicuramente non è dell’industria che per ottimizzare i tempi ed i costi, gli elevati quantitativi di produzione deve accelerare i tempi procedendo per percorsi completamente diversi da quelli artigianali e questo ovviamente ne determina anche la differenza di prezzo. Le paste artigianali costano sicuramente di più per cui vale la pena conoscere qualche trucco per sapere se almeno è di buona…. Si riconosce una pasta di qualità all’assaggio che dovrebbe essere fatto dopo aver lasciato riposare qualche istante, senza aggiungere condimenti, la pasta su un piatto. Tre sono i fattori fondamentali che si devono riscontrare in una pasta di qualità, la consistenza, l’omogeneità della cottura e la collosità: Se la pasta è buona si vede dopo la cottura, quando si pressa leggermente; se riacquista la sua forma iniziale ha superato l’esame, ma deve restare anche soda ed elastica mentre se appiccicosa o callosa ovviamente non è una pasta di qualità. Comunque va anche ricordato che una buona pasta deve essere cotta in acqua abbondante, un litro d’acqua ed un cucchiaino di sale grosso per ogni etto di pasta, che deve essere buttata quando l’acqua bolle;il miglior metodo per sapere se è cotta al punto giusto è provarla e la regola dice che deve essere morbida fuori e dura dentro, in poche parole “al dente”; ed infine mai passarla sotto l’acqua perché eliminerebbe quello strato di amido colloso utile a farla ben amalgamare con i condimenti.
In poche parole la pasta è un alimento ricco di salute che dobbiamo assolutamente mantenere nella nostra dieta.