Senza conservanti, senza coloranti, senza additivi chimici: moda o realtà?
Mangiare senza conservanti e senza coloranti, mangiare senza aggiunta di additivi chimici, ultimamente sembra essere sempre più di moda tanto che molte aziende alimentari, molto famose e da anni presenti sul mercato, sentono il bisogno di sottolineare che sono “senza conservanti”… Ma un’alimentazione sana, senza additivi è tutt’altro che un trend , è semplicemente ed esattamente il modo in cui le generazioni che ci hanno preceduto hanno sempre mangiato.
La storia del cibo nasce con alimenti “integri”.
Cibi integrali, in altre parole interi. Pensiamo ai prodotti, la maggior parte, che provengono dalla terra: grano, farro, mais, patate, carote, ortaggi, verdure, frutta…, coltivati senza pesticidi, anticrittogamici, venivano poi lavorati senza conservanti, senza coloranti, senza zuccheri e sodio, senza aromi chimici o coloranti artificiali aggiunti. Questo genere di produzione segue poche ma essenziali regole di base che sicuramente risultano impegnative per l’attuale economia e cultura alimentare, ma è anche l’unica in grado di offrire una nutrizione ricca di benefici per la salute, di sapori veri e di tradizioni.Sono i cibi nati ed evoluti con l’uomo, una continua e costante ricerca dell’umanità in cammino. Una cultura che porta con se la trasformazione economica e politica dell’intera storia umana.
L’evoluzione dell’evoluzione…
Chiaramente gli uomini che popolano la terra sono diventati molti di più, esigenze, culture, condizioni, sviluppo hanno interferito anche sull’alimentazione. Nell’evoluzione “naturale” non esistevano patatine fritte, crackers,pane, frutta e verdura intrisi di chimica, i prodotti venivano usati integri, non raffinati, non depauperati delle loro vere sostanze. A questo proposito segnaliamo un recente articolo de Il fatto alimentare sul nuovo prodotto della Kellog’s già in commercio, proprio un cracker alle patatine fritte, viene fatto con 11 ingredienti:
“Nella lista degli ingredienti troviamo un esaltatore di sapidità così composto: siero di latte in polvere, maltodestrina, sale marino, cipolla in polvere, estratto di lievito, lievito autolisato, pepe nero, colorante (E160 c). Tanti componenti per insaporire ci sembrano troppi, anche perchè sono del tutto assenti nelle patatine tradizionali. L’elenco va avanti con l’olio di girasole non idrogenato, la farina di mais, la fibra d’avena, il sale, lo stabilizzante (E450), l’antiossidante (E304) e l’emulsionante (E471)” Ma non è tutto qui… E’ importante leggere quest’articolo per capire bene cosa si nasconde in una “semplice“… Ma questo è solo un esempio…
Tornando al discorso iniziale, perché ora le grandi aziende sentono la necessità di sottolineare che nei loro prodotti non ci sono additivi chimici? Forse qualcosa si muove? La gente è più attenta? Ma ci viene spontanea la domanda: ma perché prima com’erano? Con additivi? E ora come fanno a girare per il mondo e a stare mesi e mesi sugli scaffali dei negozi, o nei magazzini, stivati e stipati da qualche parte in attesa di essere consumati? Improvvisamente non c’è più bisogno di conservanti, di additivi chimici? E nei salumi, nelle carni? NO, non sbagliamo stiamo molto attenti e ricordiamoci che non potrebbero avere vita “lunghissima” senza additivi chimici, il trucco c’è ma non si vede.
Prendiamo un altro articolo attualissimo della Coldiretti: “ il prosciutto senza maiale ma con carne annacquata e additivi”. Lo riporta questa mattina Tiscali. Leggere questo articolo permette ai consumatori di capire il valore della loro salute e dei loro soldi. L’inganno alimentare è una delle realtà più presenti che non conosciamo e accettiamo quotidianamente. Già nel nostro articolo: Come “costruire” simil-gamberetti, della Prof.ssa Gianna Ferretti abbiamo parlato dei gamberetti che vengono “creati” con tutto tranne il pesce, ora in arrivo c’è il prosciutto senza maiale.
La scelta di CIbimBO sempre più
Ma perché tanta chimica? Perché fa miracoli! Potrebbe essere la risposta più semplice e vera: trasforma, da sapore, colore, bellezza, durata… con un paio di formule ben fatte la magia diventa realtà, il lavoro è minimo e il rendimento è massimo.
Ma non è così per le piccole aziende famigliare e artigianali che con responsabilità e dedizione portano avanti questa cultura alimentare e nutrizionale, senza conservanti, ne coloranti, senza aggiungere additivi chimici. Di padre in figlio, di generazione in generazione, hanno creduto che quanto imparato crescendo e lavorando in famiglia valesse molto di più di tanti studi. Oggi sono loro il patrimonio nazionale vivente. Sono loro ad offrire un’alternativa, l’unica alternativa vera, un’ancora di salvezza ad un mondo di cibi sempre più “finti”. Con la loro capacità e caparbietà si ostinano a portare nei mercati -che spesso le ignorano perché non riconosciute come grandi aziende, grandi nomi- la qualità ed i sapori di una volta. CIbimBO crede in questa cultura, in questa qualità alimentare e continuerà a cercarle e a farle conoscere. Continuerà la ricerca di piccole aziende che con la forza della passione producono eccellenze, ma soprattutto rinunciano all’appiattimento alimentare di gusti e sapori camuffati, per regalare un sorriso di soddisfazione a chi ritrova un gusto ormai dimenticato o mai conosciuto. “Tradire” questa cultura significa ignorare le nostre origini contadine ma più che altro significa mangiare senza memoria. Questo è quanto vogliamo fare: riportare alla memoria, segnalando prodotti più salutari, più veri, dove la materia prima esiste e non è il risultato di formule ed alchimie.