SI DEVE, SI PUò (nella foto tartrazina)
«Una recente ricerca ha dimostrato che alcuni bambini affetti da disturbi dell’attenzione trovano giovamento se evitano certi coloranti di sintesi e alcuni conservanti»
All’inizio non c’erano tutti questi additivi chimici; quelli permessi dall’Unione Europea sono 360, hanno fini tecnologici e molto più spesso commerciali, ma non hanno alcun valore nutritivo eppure, il cibo “colorato” sembra più fresco, migliore, più invitante…
Quanto ci attirano nelle vetrine piatti che sembrano capolavori d’arte, di pittura, di scultura con quegli abbinamenti perfetti sin nelle minime sfumature… Per non parlare poi dei dolci dai colori intensi, decisi (che a casa non riescono mai) addirittura con foto in quadricromia appiccicate sopra; e quanti ditini schiacciati contro le vetrine per indicare “quello, mamma voglio quello” perché è bello, coloratissimo e ha una forma buffa?!
E le mamme cedono e i colori si mescolano tra le mani, in bocca e nello stomaco…
Sappiamo quanti coloranti e conservanti, quanti additivi chimici mangiamo?
Verissimo è una piccola quantità, cosa vuoi che faccia?!
Ma giorno dopo giorno un pò di conservanti di quà, un pò di coloranti di là, qualche altro additivo su e qualche altro giù non facciamo che riempire di chimica questi piccole creature che crescono con tutti i disagi che derivano dall’assumere quanto non esiste in natura, ma soprattutto quanto non serve!
In poche parole possiamo dire che i conservanti vengono usati perché le industrie alimentari producono ingenti quantità di cibo che viaggiano per il mondo, per mesi e spesso per anni; i coloranti per far si che siano sempre invitanti e perché gli occhi giudichino ancor prima e più che il palato.
Con gli additivi chimici la produzione scorre veloce; una somma di dosi ben equilibrate fa dimenticare spesso le materie prime nei prodotti, sia a chi li prepara che a chi consuma, ma ciò nonostante il trionfo dei sapori sarà certamente assicurato.
Quanto tutto questo può essere salutare per il nostro organismo ed ancor di più per quello di un bambino?
“Sempre più spesso, in adulti e bambini disturbi dalle cause incerte, trovano le loro origini negli additivi: intolleranze alimentari, dermatiti, e molte allergie sono dovute proprio a qualche additivo o ad un accumulo di additivi nell’organismo” Ad affermarlo il Prof.Matteo Giannattasio che, con Carmen Rucabado Romero, ha scritto il libro “Gli additivi alimentari” edito da L’Aratro
E’ giusto farlo crescere i bimbi a dosi di nitriti, nitrati, tartazina, antiossidanti e via dicendo o, possiamo fare qualcosa per loro?
Questi gli additivi che possono dare allergia o intolleranza:
coloranti : tartrazina e la cocciniglia
conservanti: l’anidride solforosa e i suoi derivati, i sorbati e i benzoati
antiossidanti: butilidrochinone terziario, butil idrossianisolo e il butil idrossitoluene».
Senza additivi, quali cibi?
“Prodotti freschi (frutta, verdura, ortaggi, cereali, carne, pesce), salvo qualche eccezione, come i crostacei che possono contenere conservanti, e inoltre il latte, il burro, lo yogurt naturale, la pasta secca, i legumi, il caffè, i succhi di frutta commerciali puri al 100%, il miele e lo zucchero, tutte le acque minerali. Il formaggio parmigiano è l’unico formaggio senza additivi. Polli, uova, trota salmonata e salmone da allevamento convenzionale possono contenere alcuni coloranti che sono aggiunti ai mangimi (tranne nel caso in cui provengano da allevamenti biologici)
dalla guida “Gli additivi alimentari”