Mangiare emotivo, non è solo mangiare per “stress”
1. Sviluppare sane abitudini alimentari emotive.
Uno dei più grandi miti del mondo moderno è il “mangiare emotivo” che generalmente è indotto da sentimenti negativi. Sappiamo tutti che molto spesso la gente si butta sul cibo per combattere momenti o periodi di stress, di solitudine, tristezza, di ansia o addirittura quando è annoiata.
Ma il “mangiare emotivo” può anche essere collegato a sentimenti positivi, non a caso la McDonald ha creato un pasto che si chiama “Happy Meal” (pasto felice); in questo modo lascia intendere che se vai a mangiare nei loro punti di ristoro sarai felice, e funziona!
Si può spazzare via in un attimo questo marketing del “cibo veloce” dei grandi guru della pubblicità facendo il loro stesso gioco: proviamo a cambiare fast food con una giornata di divertimento e scoperte in campagna. Paghiamo cifre importanti per portare i bambini a fare i laboratori in meravigliosi luoghi chiusi che devono ricostruire habitat, situazioni e momenti, quando con molto meno possiamo avere una giornata per tutta la famiglia all’insegna del divertimento, della salute e della bontà! Per far questo basta solo iniziare e sicuramente i vostri figli cominceranno a seguirvi e ad apprezzare il cibo vero, le giornate felici trascorse insieme in famiglia saranno un ottimo carburante per la loro vita.
2. insegnare ai bambini a conoscere e riconoscere il “cibo vero”
C’è ancora un grande disinteresse da parte della maggior parte delle persone e quello che mangiano, e questo ovviamente si riflette anche sui bambini. Sono ancora troppo poche le famiglie, le persone che vogliono sapere da dove viene il cibo che mangiano, che mettono in tavola per i loro figli, se è buono e se fa bene alla salute. Uno dei motivi principali è che gli scaffali dei nostri supermercati sono pieni di alimenti trasformati e tutti noi contribuiamo a svuotarli e a riempirli di nuovo
Possiamo cambiare questa brutta abitudine e portare i nostri bimbi in campagna e questo può rappresentare una grande opportunità per promuovere la discussione e la conoscenza del cibo. Indubbiamente è molto più efficace la pratica che quando che la teoria, non basta parlarne semplicemente a casa. Vivere la campagna e acquistare in campagna aiuta e sostiene gli agricoltori locali, ma soprattutto aiuta a portare avanti il grande patrimonio agro alimentare italiano.
3. Parlare con i veri agricoltori
Come ben sapete, i bambini sono curiosi per natura. Portarli direttamente in campagna a vedere come si coltiva, qual è la vita dei campi, cosa succede nell’aia o nelle stalle è veramente sorprendente. Pensate qual è la meraviglia che possono provare ad osservare semi che si trasformano in piante, in fiori, in frutto…, e naturalmente c’è molto di più da scoprire…
Come abbiamo già detto, sono molti gli agricoltori che incontriamo e tutti sono molto orgogliosi del lavoro che fanno e anche molto felici di parlarne. Con un po ‘di coaching (l’insegnamento è sempre necessario) i bambini possono fare delle domande importantissime: Perché sei un contadino? Quali sono i tuoi prodotti preferiti da coltivare? Quali sono i prodotti più difficile da coltivare? E i più facili? Usi prodotti chimici o pesticidi? Perché si o perché no?
Saranno ben felici di parlare di questa esperienza all’asilo o a scuola con i loro compagni di giochi e coinvolgerli nella prossima visita, dove potranno invitare anche i loro amici per raccontare tutto quello che hanno scoperto a proposito del cibo.
4. insegnate ai vostri figli ad acquistare il proprio cibo
A seconda dell’ età dei vostri bambini, date loro qualche soldino per comprare un pò del cibo da portare a casa, soprattutto se siete in campagna o andate in un mercato dove ci sono gli agricoltori che vendono direttamente; fate in modo che insieme all’agricoltore impari a come scegliere quello che compra. E’ una grande esperienza di apprendimento: devono imparare a riflettere più a lungo e più seriamente su cosa comprare! O, secondo voi, devono comprare la prima cosa che vedono? Imparare a fare acquisti con saggezza e prendere in considerazione tutte le varie opzioni che il mercato, il negozio, offre è una grande abilità da sviluppare. E’ un modo per essere coerenti ed onesti se vogliamo davvero insegnare ai nostri bambini il valore del cibo vero. Se i bambini sono troppo piccoli e non sono in grado di fare la spesa, potete coinvolgerli dando loro i soldi che serviranno per pagare. Saranno loro a darli all’agricoltore sentendosi così coinvolti in un’azione da grandi e regalando una piccola gioia al contadino.
5. Cuocere il cibo acquistato a casa
Coinvolgere i bambini in cucina è bellissimo oltre che molto educativo. Avere un minimo di competenze di base per cucinare permette di fare tante scelte che per loro saranno importanti più avanti nella vita e li aiuterà ad evitare di acquistare cibi già pronti, e magari pesantemente trasformati. Ma non è sempre facile. Preparare i prodotti che la nostra adozione ha regalato è ancora più forte del cibo comprato. Significa aver fatto un percorso, aver capito che ogni cosa ha un tempo importantissimo da rispettare. E’ preoccuparsi e spiare tutto quello che fa la natura, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, per capire quanto ci aiuta ad avere degli ottimi prodotti e alla fine quando saranno sulla tavola delle nostre case, sarà una gioia poterli cucinare… perché avremo la frutta della “nostra” pianta, le verdure del “nostro” orto, le uova delle “nostre” galline
Che soddisfazione!!!