Ma è proprio vero che nella pasta non ci sono additivi chimici?
Quando parliamo di pasta la prima immagine che ci viene in mente, a parte la Barilla, è un bel tagliere con uova e farina. A molti ricorda la mamma, ad altri la nonna e tanti altri ancora un bel libro di ricette… e ci sorge spontanea la domanda:
“Esiste forse cibo più naturale e semplice della pasta? Semola di grano duro e acqua. Nessun conservante perché è l‘essicazione del prodotto estruso che permette un’indefinita conservabilità, nessun colorante: guardando in controluce un fascio di spaghetti ritroviamo la luminosità del sole assorbita dal chicco di grano e restituita dalla semola; nessun additivo chimico e neppure il sale” (www.pasta.it)
Ma la pasta è veramente così naturale, priva di additivi chimici?
La pasta in se probabilmente si, ma gli ingredienti che la compongono, probabilmente no.
La pasta come ben sappiamo viene fatte con la farina o con la semola e queste possono subire delle lavorazioni.
Gli agenti di trattamento delle farine, esclusi gli emulsionanti, sono “sostanze che vengono aggiunte ad una farina o ad un impasto per migliorarne le qualità di cottura”. Esempio: L-cisteina (E920) (www.itchiavari.org).
Secondo www.leziosa.com , gli agenti di trattamento delle farine, o miglioranti, sono 4: E221= sodio solfito, E222 = sodio solfito acido, E223 = sodio disolfito, E300 = Acido L-ascorbico). Questi additivi chimici vengono aggiunti spesso alle farine che servono per fare la pasta, il pane, le pizze che troviamo già pronti, e possiamo trovarli anche nei sacchetti di farina che compriamo da usare in casa per fare noi la pasta o i dolci.
Ma il problema fondamentale della farina bianca raffinata è che dietro quell’aspetto candido e rassicurante non troviamo niente, o peggio, niente di buono. Infatti una volta privato del proprio “guscio”, la crusca, il germe interno è come snaturato. Anni indietro il chicco di grano veniva macinato integralmente. Questo procedimento innovativo sul grano impoverito dalle molte trasformazione genetiche subite, sempre negli ultimi 50 anni, non può che offrirci un prodotto privo ormai di sostanze nutritive. Queste farine così povere possono incidere sull’organismo in modo compromettente, come tutti i prodotti raffinati. E portare o aumentare malattie già esistenti, fra queste il diabete, in crescente aumento tanto che in America i bimbi nascono già con il diabete e, in Italia la percentuale di celiachia e intolleranza al glutine (presente nel frumento) cresce ogni anno del 10 %. Bisognerebbe comprarsi il grano, come consiglia il prof. Berrino, e macinarselo in caso, ma il progresso, i tempi, le abitudini ci spingono pigramente ad andare avanti accettando tutto. Va bene per noi ma per i nostri bimbi’ Quale futuro, quale cibo?
E le uova?
Ma oltre la farina nella pasta ci vanno anche le uova e pensiamo veramente che le grandi aziende si mettano li a rompere ad una ad una le uova controllando se sono fresche? Il metodo migliore e più semplice è usare un ovoprodotto, un derivato dell’uovo già pronto per l’uso spesso corredato di tutti quelle caratteristiche – o additivi chimici – che aiutano a mantenere la conservazione. Gli ovoprodotti costano molto meno delle uova intere e soprattutto abbassano notevolmente anche i costi di manodopera. Per darvi un’idea di cosa sono leggiamo quanto riporta www.pastaria.it
“ Secondo il regolamento CE 853/2004, per ovoprodotti (o prodotti a base di uova) si intendono i «prodotti trasformati risultanti dalla trasformazione di uova, o vari componenti o miscugli di uova o dall’ulteriore trasformazione di detti prodotti trasformati». Esistono in commercio diverse tipologie di ovoprodotti che includono prodotti liquidi, concentrati, disidratati, cristallizzati, congelati, surgelati o coagulati, ciascuno atto a soddisfare l’esigenza dei diversi settori produttivi… Agli ovoprodotti possono essere aggiunte anche altre sostanze alimentari (ad esempio, zucchero o sale) ed alcuni additivi chimici, in gran parte conservanti antimicrobici. Gli additivi ammessi sono: acido sorbico, sorbato di potassio e di calcio, acido benzoico, benzoato di sodio, di potassio e di calcio, acido ortofosforico, fosfati di sodio, di potassio, di calcio e di magnesio, emicellulosa di soia, difosfati, trifosfati e polifosfati, esteri poliglicerici degli acidi grassi, solfato di alluminio, di alluminio e sodio, di alluminio e potassio, di alluminio e ammonio, citrato di trietile.” Ma i lati oscuri di questi ovoprodotti non finiscono qui.
Controllare come sono fatti i prodotti che acquistiamo, e anche per la pasta, scegliere piccole aziende che possono produrre le piccole quantità senza conservanti, senza coloranti, senza additivi chimici. leggere l’etichetta, controllare, spesso aiuta ad evitare di comprare prodotti poco genuini.
Quali sono le maggiori frodi che coinvolgono la pasta?
Secondo quanto ci dice sicurezzalimentare.net le più importanti frodi che coinvolgono la pasta sono:
- – impiego di grano tenero nella preparazione della pasta di semola di grano duro; è la frode più
- comune; non presenta rischi per la salute ma altera le caratteristiche organolettiche del prodotto;
- – utilizzazione di altri tipi di cereali; il prodotto così ottenuto è di qualità inferiore;
- – impiego di semole di qualità scadente o deteriorate;
- – aggiunta di coloranti o additivi chimici per imitare le paste speciali o la pasta all’uovo, o
- impedire il riconoscimento del tipo di sfarinato impiegato.