L’etichetta: saper leggere un prezioso alleato

 

etichetta-alimentareNella giungla di certificazioni e marchi che, quotidianamente, sono in bella vista, sugli scaffali dei negozi e sui banchi dei supermercati, per i consumatori che richiedono invece semplicità, garanzie e chiarezza per essere guidati nei loro acquisti, è veramente difficile orientarsi. L’etichetta dovrebbe rappresentare lo strumento principe in questo campo e, invece, spesso può capitare di correre il rischio che dietro di essa si nasconda la mistificazione da parte di alcune aziende di attribuirsi meriti ambientalistici, come valore aggiunto, che nella realtà non esistono, per darsi un’immagine più “verde”. Questa pratica è chiamata greenwashing (ne abbiamo già parlato nell’articolo: Greenwahing: un marchio, una sicurezza? Etichetta poco corretta e Valentina Furlanetto giornalista di Radio24, nel suo libro L’industria della carità, l’ha così definita:etichetta

Una forma di appropriazione indebita di virtù e di qualità eco sensibili per conquistare il favore dei consumatori o, peggio, per far dimenticare la propria cattiva reputazione di azienda le cui attività compromettono l’ambiente”.
L’etichetta, senza dubbio alcuno, deve certificare e garantire la sicurezza dei prodotti posti in vendita, deve essere chiara e leggibile, senza dare adito ad alcuna ambiguità.”

Parole chiave fondamentali per una lettura corretta sono:

  • tracciabilità
  • rintracciabilità

 

L’etichetta: informazioni precise per capire cosa mangiamo

Questi due termini, nonostante l’apparenza, non sono sinonimi, ma indicano due percorsi differenti e ugualmente importanti degli alimenti e, più in generale, dei prodotti posti in vendita.
Tracciabilità: significa la capacità di descrivere l’itinerario di una o più materie prime all’interno della filiera produttiva, nei passaggi da un’entità commerciale a un’altra. Così, la circolazione delle merci deve essere sempre accompagnata dalle informazioni relative alle merci stesse che sono registrate e conservate a ogni passaggio.
Rintracciabilità: è la ricostruzione a ritroso del cammino completo compiuto da un prodotto, dal suo stato finale fino alla materia prima.

L’etichetta e la filiera

A questo punto, è necessario spendere due parole anche sulla filiera produttiva: si tratta della sequenza delle lavorazioni, in successione, che trasformano le materie prime in prodotto finito.
Ogni componente della filiera alimentare è implicato nel sistema di tracciabilità. Per la carne, per esempio, deve essere accessibile la registrazione dei mangimi che sono stati somministrati agli animali, peetichetta-alimentarer poter risalire al tipo di alimentazione che hanno avuto in vita.
Quando si arriva al prodotto finale, l’azienda che lo commercializza è obbligata a creare codici relativi a ciascun lotto di produzione posto sul mercato, che evidenzino la data di produzione e gli ingredienti che sono stati utilizzati e, per quanto riguarda la grande distribuzione, ogni assegnazione di lotti viene registrata, perché nel caso dovessero essere ritirati per cause legate alla sicurezza e alla qualità, l’operazione deve essere svolta in modo rapido ed efficace.

Ogni etichetta, poi, per ogni tipologia di prodotto, secondo le direttive dell’Unione Europea e quelle del proprio Paese di riferimento deve portare specifiche indicazioni.
È una tematica piuttosto complessa e articolata con indici ben precisi e parametri piuttosto rigidi, che devono essere rispettati, altrimenti si corre il rischio di sconfinare nell’illecito punito dalla legge e i vari casi denunciati all’autorità competente.
Il discorso sull’etichetta non si esaurisce qui proseguirà, perché gli argomenti da trattare sono ancora molti, per esempio quello delle etichette narranti, vero e proprio vademecum per acquisti sicuri.

biologico

 

 

di M.C. Cantafora

 

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