Come non si può ricordare con nostalgia e piacere la dolce casetta della strega in Hänsel e Gretel,un invitante miraggio nel bosco di delizie gastronomiche o il cestino di vivande di Cappuccetto Rosso destinato alla nonna e pieno di leccornie!! Un ruolo da sempre giocato dagli alimenti nella nostra vita, non solo in termini di nutrizione ma anche di emozioni e significati simbolici. Il valore di una favola raccontata al bambino durante i pasti o di un pasto condiviso tutti insieme , ha un qualcosa di fiabesco, se si pensa a quanto i bambini,oggi, sono obesi perché mangiano troppo e male, fino a sviluppare nell’adolescenza, disturbi alimentari.
Manca una vera cultura del cibo: i bambini ignorano le origini ed il valore delle tradizioni alimentari, inoltre non partecipano mai alla preparazione dei pasti e mangiano spesso da soli davanti alla Tv. Le storie sul cibo o le narrazioni che hanno gli alimenti per protagonisti o in cui essi costituiscono una significativa presenza lungo lo svolgimento della trama, possono favorire i processi di crescita personale dati gli infiniti spunti situazionali, le occasioni di riflessione e dialogo e la possibilità di identificazione con i personaggi, con cui, magari, poter condividere problematiche e sperimentare soluzioni. Le storie possano insegnare meglio e con facilità ai bambini, anche quelle informazioni scientifiche sul cibo che generalmente sono oggetto di libri ‘tecnici’ , ma soprattutto dovrebbero trasmettere un messaggio semplice ma difficile da recepire:il piacere dello stare insieme e il gusto per la scoperta del nuovo.
Questo dovrebbe avvicinare un bambino, e un adolescente poi, al cibo, un qualcosa che non deve generare ingordigia né paura nel momento in cui nasce il desiderio di alimentarsi. Non ci si può rapportare con il cibo come un alleato grazie il quale crescere e fortificarsi, se prima non viene insegnato l’amore per se stessi, il rispetto, la cura e l’accettazione del proprio corpo seppur imperfetto