La-mano-e-la-sua-intelligenzaLa mano: perché è importante allenare la sua motricità?

È la mano l’organo di intelligenza che ci distingue dagli altri animali ed è attraverso di essa e attraverso il suo allenamento che l’uomo ha potuto fare dei salti nella linea evolutiva modificando le dimensioni del suo cervello e le capacità adattative nell’ambiente. Allenando la mano con specifici esercizi di motricità possiamo perciò favorire lo sviluppo del linguaggio e delle abilità di scrittura e lettura. Se possiamo essere d’accordo sul fatto che non ci sono molte differenze tra gli animali per quanto riguarda il provare le emozioni, l’uomo ha una totale supremazia nell’uso della mano e nel campo del linguaggio. Mano e linguaggio sono strettamente collegati.

La mano e lo sviluppo dell’intelligenza

Nel corso dei secoli molti uomini illuminati hanno affermato la supremazia dello strumento mano a disposizione dell’uomo, ne hanno sottolineato l’importanza per l’intelletto e il suo sviluppo. Maria Montessori ne ha parlato in tutti i suoi testi e ha fatto della sua educazione essenzialmente un’educazione allo sviluppo della mano: partendo dalle attività sensoriali dei primi anni, agli esercizi di motricità fine, di presa, di controllo che porteranno poi il bambino a fare propria la scrittura di lettere e numeri.

L’allenamento della mano è sempre meno sviluppatoLa-mano-e-la-sua-intelligenza

Osservando come insegnante dei bambini alle prese con le prime prove di scrittura, ma anche come madre di una bimba, ho potuto acquisire consapevolezza in merito all’importanza di allenare la motricità fine della mano e correlare fluidità di movimento con disturbi di apprendimento e problematiche di scrittura. L’allenamento della mano è sempre meno sviluppato sia a scuola che a casa, fin da piccoli i nostri bambini sono sempre meno abituati a lavorare con le mani, allenare e sviluppare questi muscoli. E questo senz’altro ha ripercussioni sullo sviluppo complessivo della persona.

Tagliare, sminuzzare, impastare: esercizi che sviluppano mano e intelligenza

Neghiamo ai bambini piccoli di usare forbici, punteruoli e altro per paura che si feriscano e si facciano male, ma così facendo neghiamo loro anche la possibilità di un pieno sviluppo di mano e cervello, portandoli con più difficoltà alla scrittura. Tenere in mano una penna in modo corretto, usarla con la giusta pressione e fluidità è un traguardo che si raggiunge passo dopo passo attraverso esercizi quotidiani come tagliare, sminuzzare, afferrare, prendere, impastare. Se neghiamo queste esperienze entro una fascia d’età, nel periodo sensitivo di massimo sviluppo, rendiamo più difficoltosa e lenta l’acquisizione della scrittura.

corso-di-cucinaLo sviluppo della mano rende il cervello plastico e duttile

Bastano pochi semplici esercizi quotidiani per allenare la motricità fine della mano, soprattutto nella prima infanzia. Dal farci aiutare in cucina a impastare il pane o la pizza, a mescolare l’impasto della torta, a esercizi come l’infilare delle perle, l’abbottonare una maglia, allacciare le scarpe. Proporre ai bambini già dai tre anni il ritaglio di figure curvilinee, colorare con matite e cere evitando pennarelli che spesso vengono presi con il pugno, lavorando con pennelli e acquarelli sulle sfumature e intensità del colore. Così impareranno sì a usare telefonini, tablet e computer strumenti della quotidianità nel loro futuro, ma daremo loro anche la possibilità di adattarsi ad altro grazie alla plasticità del loro cervello.

Anna Marzona di www.unastanzatuttaperme.blog

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