Alimentarsi e alimentare qualcuno non sono semplici comportamenti di consumo, ma riguardano fattori biologici, socio-psicologici, nutrizionali e clinico-medici. Il cibo è legato a simboli, tradizioni, abitudini, radicati nelle relazioni sociali e collettive, interne anche alla famiglia. Le abitudini alimentari nascono in famiglia in fasi molto precoci, quali allattamento, svezzamento, momenti cruciali della crescita di un bambino, in cui si instaura la relazione di attaccamento madre-figlio. Durante i 3-4 anni, si incontrano nuovi modelli alimentari con l’ingresso nella scuola dell’Infanzia e forse si scontrano due mondi, sia per metodi di preparazione, sia per gusto, fino alla rivoluzione adolescenziale, quando il desiderio di autonomia e identità, si esprimono seguendo scelte alimentari autonome, perchè il cibo non è più importante come nutriente, ma come mezzo di incontro e di piacere. Creare un giusto equilibrio alimentare coincide con la giusta integrazione mente-corpo e quindi con un benessere psicofisico e con un attegiamento positivo verso la vita, che si ripercuote sull’identità e sulla personalità in via di maturazione. Il soddisfacimento di un bisogno primordiale, quale la fame, permette la crescita e l’inizio dello scambio con l’ambiente esterno e quindi la soddisfazione di bisogni di autorealizzazione e di appartenenza.
Dott.ssa Barbara Mercanti
Psicologa Psicoterapeuta