Il cappello e la sua storia

Il-cappello-e-il suo-MuseoIl cappello, chi l’ha inventato? Ce lo siamo mai chiesti? Eppure ogni giorno milioni di persone in tutto il mondo indossano cappelli: neonati, bambini, ragazze e ragazzi, signore della porta accanto, ricchi proprietari, gentildonne, sacerdoti, carpentieri, pescatori, contadini, professori….. tutti, uomini e donne di tutte le età e culture indossano il cappello…  Ma come nasce il cappello, qual è la sua storia?

 

 

Il cappello sin dalla preistoria

La prima rappresentazione di “un essere umano con la testa coperta (serviva a ripararsi dalla caduta dei sassi) risale a 15 mila anni fa, come testimoniano alcuni graffiti rinvenuti in una caverna a Lussac-les-Châteaux (Francia); troveremo cappelli nell’antico Egitto, in Grecia, in Asia e anche nell’antica Roma ma fu soltanto con l’avvento delle parrucche (1600) che il cappello impose la sua presenza, particolarmente in Francia, alla corte del Re Sole… Le forme più svariate ornate di fiori, nastri gioielli, si appoggiavano sul capo delle nobildonne di corte, composizioni originali adornavano le teste di madame e messeri e, in quanto a forme e dimensioni, non esistevano limiti. Anche gli uomini non furono da meno negli eccessi e stravaganze, velluti, broccati, tessuti pregiati sulle teste blasonate mentre il popolo e i rivoluzionari usavano delle modeste cuffie. Il cappello continuò la sua evoluzione nei secoli ed ogni Paese ha adottato il suo cappello: il cilindro di Abramo Lincoln negli Usa (e anche del Cappellaio Matto), il cappello dei cow-boys nel Texas, il sombrero dei messicani, la bombetta di Charlie Chaplin (inghilterra),  Il fez (più correttamente ṭarbūsh) in Marocco, il colbacco in Russia, tanto per ricordarne qualcuno.

Il cappello nel Museo Montappone

Il “cappellus” (piccola cappa atta a riparare il capo) era così importante che non si usciva mai senza e rappresentava addirittura la posizione sociale di chi lo portava e perfino l’orientamento politico. Già nel 1800 a Montappone, nelle Marche, si producevano 300.000 cappelli all’anno (se ci fermiamo un attimo a riflettere per quel periodo erano davvero tanti); venivano venduti in Italia e nel mondo ma soprattutto anno dopo anno aumentava la richiesta, il lavoro cresceva e ne guerre ne disastri hanno fermato quello che, già agli albori del Novecento, era diventata la più importante produzione artigianale di cappelli in Italia.  Montappone, oggi centro internazionale del cappello, diventa insieme a Massa Fermana, Falerone, Monte Vidon Corrado, il distretto della produzione di cappelli, più importante, d’Italia e d’Europa. Questo piccolo borgo in collina nella provincia di Fermo tra i monti Sibillini e l’Adriatico, è ricco di storia e di cultura, come i paesi vicini: Monte Vidon Corrado che diede i natali ad Osvaldo Licini, Massa Fermana che conserva nella sua Pinacoteca il Polittico del Crivelli e Falerone custode del bellissimo anfiteatro romano. Montappone è la sede de il Museo del Cappello E’ qui che nel 1989 nasce il Museo, dall’idea del maestro Mario Ercoli e dell’architetto Paolo Buccolini che hanno iniziato la raccolta del materiale, coadiuvati da cittadini e aziende che oltre a partecipare alla ricerca hanno anche donato importanti reperti al Museo. Dalle varie sedi provvisorie il Museo del Cappello ha finalmente trovato la sua sede definitiva nell’edificio dell’ex Municipio nel 2014 e dallo stesso anno con passione ed abnegazione il dott. Mario Clementi dirige il Museo con ottimi risultati, visto il crescente numero di visitatori. 

 

Il Museo del Cappello

In questo percorso espositivo, amorevolmente e sapientemente organizzato dalla Comunità del Distretto, scopriamo tutta la vera storia del cappello, il Museo racconta dell’antico mestiere del cappellaio, sin dalle sue origini, con materiali, attrezzi, macchine e presse; fotografie e manufatti, e cappelli, tanti cappelli che raccontano questa storia come una meravigliosa favola, dalla raccolta della paglia ai meravigliosi intrecci dei cappelli, ma non solo, si possono anche ammirare collezioni preziose ed originali e cappelli famosi (come quello di Fellini nella foto a destra).  Cappelli non solo di paglia, ma in feltro, in velluto, in lana, in cotone, dai più semplici ai più elaborati, il cappello da ed è la vita di questo distretto. Proprio a Montappone, si sono fatti, e ancora oggi si fanno, i cappelli più belli ed importanti al mondo, per personaggi illustri a livello internazionale, per film, eventi e per tutti… Le più prestigiose firme della moda affidano la realizzazione dei loro cappelli proprio in questo piccolo distretto geografico, ma tantoCimportante nel mondo.

Erbe-per-la-saluteIl cappello di paglia: la paglietta

Ha le sue prime origini intorno al 1300. Quando d’inverno non ci si poteva dedicare al lavoro nei campi, per risparmiare e ottimizzare il tempo in casa si intrecciavano e si cucivano pazientemente gli steli di Jervicella (grano) per farne cappelli che riparavano poi, i contadini dal sole. Il cappello di paglia ha avuto una stupenda evoluzione nel corso degli anni. La paglietta, chi non la conosce? “Cupola dritta e piatta dalla falda circolare, rigida e corta”, ornata di nastro, sia da donna che da uomo. Il cappello preferito da Gabriele D’Annunzio, Maurice Chevalier, Nino Taranto, chiamato anche il “cappello alla canottiera” perché parte dell’uniforme estiva  degli sportivi di canottaggio. E come non ricordare Coco Chanel, autentica amante dei cappelli? La paglietta fu uno dei primi capi che rubò dal guardaroba maschile e senza mai tradirne il modello di base, trasformò in versioni uniche e femminili. Lei stessa indossava la paglietta alle corse dei cavalli. Sapete che oltre alla paglietta a Montappone si fa anche il cappello dei Gondolieri di Venezia e tanti altri cappelli? Per scoprire tante curiosità su questo accessorio che noi tutti abbiamo, vale la pena visitare il Museo del Cappello a Montappone, nelle Marche, perché raccoglie e testimonia il meglio dell’artigianalità locale, quella degli Italiani capaci di trasformare materiali di scarto in capolavori, materiali preziosi in creazioni che tutto il mondo ammira. Un distretto di eccellenti aziende che ancora oggi continuano l’attività dei loro avi, bisnonni, nonni, con la passione di una volta e la professionalità dei nostri tempi. L’Italia di umili lavori silenziosi che rappresentano uno dei fiori all’occhiello di questo nostro meraviglioso Paese.

CibimBO ringrazia il Direttore del Museo, dott. Clementi per la cortese collaborazione. Foto del Museo del Cappello di Montappone

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