Conservanti nel cibo: sai dove li troviamo più spesso?
Sempre più persone si stanno orientando verso cibi più naturali senza conservanti, senza coloranti senza additivi chimici ma spesso non sanno che, senza l’aggiunta di conservanti e processi di conservazione particolari, molti dei cibi che amiamo, non sarebbero mai arrivati sulle nostre tavole. Eccone alcuni che acquistiamo regolarmente e quasi sempre contengono additivi chimici.
Conservanti nel vino
La maggior parte dei vini ha un conservante ben noto: il solfito. Il solfito può essere presente naturalmente in alcuni vini durante la fermentazione e talvolta viene anche aggiunto durante il processo di fermentazione per prevenire l’acidificazione (e preservarne il sapore), migliorare il colore e rimuovere i sottoprodotti della fermentazione come l’acetaldeide (causa di mal di testa e nausea il mattino dopo aver bevuto anche se, sfortunatamente, l’aggiunta di solfiti non renderà comunque immuni ai postumi di una sbornia). I solfiti sono comuni non solo nel vino, ma in alcuni sidri, frutta secca e patate secche. Se hai un’allergia ai solfiti, leggi sempre attentamente gli ingredienti poiché non tutti i prodotti simili contengono gli stessi ingredienti.
Conservanti nel pesce
Molto prima che nascessero i metodi di conservazione degli alimenti contemporanei sono stati impiegati numerosi metodi naturali per mantenere gli alimenti commestibili più a lungo di quanto la loro innata durata di conservazione consentisse. Per quanto riguarda il pesce, uno dei nostri piatti principali più sani, come ben noto facilmente deperibile, anticamente stato mantenuto “fresco” con metodi veloci come l’affumicatura, che utilizza il fumo della legna o del carbone bruciato come agente antimicrobico che evita la crescita dei batteri, che è spesso la causa del deterioramento del cibo. Ora, oltre all’acqua ossigenata, si usano questi additivi
“l’acido citrico (indicato dalla sigla E330) che i citrati di sodio (E331), sostanze antiossidanti che servono a far sembrare i prodotti ittici più freschi” (sale&pepe.)
E anche nei salumi
La stagionatura è un’altra pratica antichissima e ben nota per la conservazione degli insaccati, e per questo s’impiega sale e zucchero. Tuttavia, la stagionatura delle carni rosse include anche l’aggiunta di nitrato di sodio (E251) e nitrito di potassio (E249)alla carne per preservarne il colore, evitare che i grassi diventino rancidi e uccidere i batteri nocivi. “Grazie” a questi additivi le carni sono sicure, soprattutto per questi prodotti industriali che devono mantenere una lunga conservazione.
Nella frutta trasformata
Molte persone che amano la frutta e vogliono aggiungere una bella scorta di antiossidanti alle loro diete, comprano volentieri anche la frutta trasformata, in scatola o in vetro. Per evitare che la frutta tagliata si ossidi a causa di una reazione che si verifica tra l’ossigeno e gli enzimi presenti nella polpa del frutto, vengono aggiunti gli antiossidanti per rimuovere l’ossigeno e fare in modo che pere, mele, albicocche diventi scura. Questi e altri frutti possono essere trattati con acido ascorbico, altrimenti noto come vitamina C, che ha caratteristiche antiossidanti naturali. Le molecole antiossidanti si trovano naturalmente in alcune bacche, fagioli, carciofi e molti tipi di tè e si ritiene che aiutino a ridurre i rischi di cancro, malattie cardiache e diverse malattie neurodegenerative. Inoltre, possono anche aiutare ad aumentare la durata della vita degli alimenti in cui non si trovano per natura.
Conservanti nel formaggio
Per quanto riguarda il formaggio, che è considerato un alimento base molto diffuso, viene usato l’acido sorbico che ha poteri conservanti. Nonostante il nomi assomigli all’acido ascorbico, non esiste alcuna relazione con il suddetto tra i due. Mentre l’acido ascorbico impedisce alla frutta tagliata di diventare scura, l’acido sorbico impedisce ai formaggi e ad altri alimenti di sviluppare muffe e funghi. Oggi non tutti i tipi di formaggio sono fatti con acido sorbico, che è una buona notizia per chi è allergico (ancora una volta, se hai un’allergia o una sensibilità, è importante leggere le etichette su tutti gli alimenti).
Nelle marmellate e gelatine
L’acido benzoico, spesso sotto forma di benzoato di sodio negli alimenti, viene utilizzato per tenere a bada muffe, lieviti e batteri in alcune marmellate, gelatine e condimenti. L’acido benzoico nel cibo è perfettamente sicuro da mangiare (a meno che tu non sia un gatto, che ha una tolleranza inferiore per l’acido benzoico rispetto agli umani), e l’acido benzoico e i benzoati si trovano in realtà naturalmente in molti tipi di bacche (soprattutto mirtilli rossi), funghi, cannella e chiodi di garofano.
Conservanti anche nei prodotti da forno
Mentre i conservanti naturali come quelli precedentemente menzionati sono spesso usati per mantenere il cibo fresco, vengono impiegate anche molte opzioni sintetiche. Il suddetto TBHQ, così come altri antiossidanti sintetici, possono essere utilizzati in biscotti, torte e cracker confezionati. Il suo utilizzo aiuta a prevenire la degradazione di grassi e oli in questi prodotti, prevenendo così sapori e odori “sgradevoli”.
Cerchiamo di stare attenti ed informarci bene su ciò che acquistiamo