plasmon-pastaPlasmon vs Barilla 3 – 0; secco il risultato, è una legale analisi comparativa! Dal Corriere della Sera la notizia ha tempestato i blog. Molti contestano il fatto che comunque anche i prodotti Plasmon non hanno residui zero, però stanno dentro i limiti di leggi nate per garantire i baby food. I “Piccolini Barilla” sono, a mio avviso, un caso di “denominazione fuorviante” che lascia sottintendere una destinazione d’uso di quella pasta (per i bambini), quando in realtà non è dichiarato come alimento per l’infanzia e quindi non deve sottostare ai limiti disposti per i baby food. E se vogliamo, anche le varie réclame del Mulino Bianco lanciano il messaggio di prodotti realizzati per i più piccoli.  Tra l’altro questo blog, quasi un anno fa, dopo un’inchiesta di Altroconsumo, ha largamente parlato dei “piccolini” Barilla (qui) e della grave problematica delle micotossine nei grani (qui). Sui blog ho letto diverse discussioni e in particolare mi ha appassionato quella del “pastonudo” con relativi commenti (qui), tra gli altri, del Prof. Giannattasio (docente, medico e praticante-divulgatore di biodinamica e prodotti biologici) e di Dario Bressanini, chimico, ricercatore ed appassionato di cucina, oggi tra i più autorevoli food blogger. Un pò tutti criticano questo tipo di pubblicità comparativa per il semplice fatto che diventa una gara tra il peggio e il meno peggio. Quindi il match diventa a tre, entrano in gioco anche i prodotti biologici. Ma andiamo per gradi. Appurato che Barilla produce pasta e prodotti da forno (Mulino Bianco) con materie prime comprate dal mercato, non ha le credenziali e tanto meno le caratteristiche qualitative per fare pasta per bambini.  I prodotti destinati all’infanzia devono essere realizzati secondo requisiti di composizione nutrizionale e tossicologica ben precisi e gli stabilimenti o laboratori destinati a produrre questi baby food devono rispondere al decreto legislativo n. 111 del 27 gennaio 1992, in cui è stata recepita la direttiva Cee 398 del 1989. Il decreto regola quei prodotti destinati a un’alimentazione particolare (Adap), quali prodotti dietetici e prodotti specifici per bimbi da 0 a 3 anni. Con questo decreto e con le altre misure specifiche (DPR 128 per i baby food a base di cereali) si garantisce la formulazione nutrizionale degli alimenti per l’infanzia (per esempio si dispongono limiti per i grassi e soprattutto per i residui di pesticidi e altre sostanze chimiche) che, solo se rispondono ai punti contenuti nel provvedimento, possono contenere in etichetta un riferimento specifico all’età di consumo. Nel decreto si ribadisce, inoltre, che produzione e importazione di questi alimenti sono soggetti all’autorizzazione del ministero della Sanità. in tutto questo Barilla non è conforme!

I° PARTE

Dott. Francesco Simini  www.scienziatodelcibo.it

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