Un libro per sapere cosa mangiamo.
Ne abbiamo parlato subito, appena uscito e quest’anno, Striscia la notizia ne ha fatto una rubrica. Informarci su cosa mangiamo e soprattutto, cosa diamo da mangiare ai nostri figli, è fondamentale per la loro salute.
Ha fatto scalpore in questi giorni l’uscita del libro SIETE PAZZI A MANGIARLO!, dell’ingegnere alimentare francese Christophe Brusset. Dopo vent’anni di onorata carriera come dirigente di alto livello in importanti aziende del settore ha voluto rivelare cosa nasconde l’industria agroalimentare. In questo libro, diventato in brevissimo tempo un best seller spiega come i prodotti non siano assolutamente ciò che sembrano, almeno nella maggior parte dei casi. Noi, ne abbiamo parlato tantissime volte proprio perché la nostra mission è sensibilizzare i genitori, gli adulti, gli educatori, ad un tipo di alimentazione semplice ma soprattutto sana, veramente sana. Sappiamo, quanto l’alimentazione sia fondamentale per la salute dei nostri figli, che spesso in età adulta, si trovano ad affrontare malattie causate, da leggerezze alimentari di gioventù.
Per aiutarci a riflettere prendiamo qualche brano riportato dai media:
In questo libro l’ing. Brusset parla di una truffa mondiale ai danni del consumatore.
Un libro per non credere a tutto quello che vediamo
Nel regno dell’agroalimentare occidentale, quello dei minestroni, delle marmellate e dei prosciutti, e non solo, aggiungiamo noi, l’unica regola è il profitto. Cacche di topo, segatura, pesticidi, coloranti per vernici, solventi, antibiotici, ormoni che stimolano l’appetito: tutto fa brodo per vendere.
Ma nemmeno la provenienza di molti prodotti è originale, ad esempio, il timo viene dal Marocco o dall’Albania, anziché dalla Provenza, il basilico o la maggiorana dall’Egitto e il rosmarino dalla Tunisia”. Le lumache della Borgogna? Vengono “dalla Russia, dalla Lituania, dalla Polonia o da qualche altro Paese dell’Est”. Basta ultimare la lavorazione in Francia, con l’aggiunta per esempio di un po’ di burro alle erbe, ed è perfettamente legale scrivere”lumache di Borgogna lavorate in Francia”. Un altro esempio è l’origano viene sostituito in percentuali sempre maggiori dal sommacco; le spezie in polvere mescolate ad escrementi di ratto; il basilico o il prezzemolo inscatolati assieme a coccinelle. I formaggi? Sono mescolati con acqua (e fino a qui pazienza), latte in polvere, polifosfati, citrato di sodio e acido citrico. “I consumatori medi consumano prodotti medi, molti non hanno mai avuto la fortuna di gustare un vero formaggio”, sottolinea Brusset. I salumi. Sono gonfiati con polifosfati per renderli più pesanti, poi immersi in un bagno di additivi finché non si crea un pastone che viene colato in stampi di dieci metri tagliato poi finemente. La marmellata in scatola? Sorbato di potassio, benzoato di sodio e sei sette acheni delle fragole per simulare la presenza della frutta. Lui stesso racconta, ha comprato molte di queste materie prime in giro per il mondo… (Liberoquotidiano)
E le confetture?
Molte, come ad esempio la confettura di fragole, sono fatte con “sciroppo di fruttosio e glucosio, acqua, succo concentrato di frutti di bosco, acheni di fragole (i semini delle fragole) e pectina. Una bellissima marmellata di fragole senza fragole”. (Elle)
Un libro per la salute a tavola
Ci saranno anche produttori corretti e prodotti di qualità, il cui costo (di solito più elevato) è giustificato dalla scelta di ingredienti migliori, ma soprattutto veri, ma, la legge del soldo, del profitto induce a risparmiare sulle materie prime per aumentare i margini di guadagno. La prima cosa da fare quindi è diventare consapevoli di quello che compriamo e mangiamo, più attenti alle etichette, più diffidenti nei confronti dei prodotti che costano troppo poco e più meticolosi nel valutare le informazioni e soprattutto l’origine, senza farsi “catturare” da un confezione esteticamente bella. Ippocrate diceva: “fa che il cibo sia la tua medicina, e che la medicina sia il tuo cibo“. Scegliamo allora i piccoli produttori che sono ancora tanti per fortuna, nella nostra bella Italia, offrono prodotti di qualità fatti con vere materie prime ed è la ragione per cui costano di più, e sono tutti senza conservanti, senza coloranti, senza additivi chimici. In ogni prodotto c’è molto di più degli ingredienti, c’è il tempo, c’è la tradizione, c’è l’onestà. Vale la pena spendere qualcosa in più nel cibo e risparmiare su cure e medicine, mangiare in modo corretto è un investimento in salute.