Quando andiamo a fare la spesa e ci troviamo di fronte ad un’offerta così ampia di prodotti come quella che il mercato attuale ci propone, i nostri criteri di scelta sono quasi sempre dati dal prezzo, dalla marca pubblicizzata o meno, dalla lunga conservazione, dalla praticità o facilità di preparazione, ma quasi mai dalla qualità del prodotto… Indubbiamente per questioni di economia, anche di tempo ed organizzazione, è molto più semplice acquistare con la facilità alla quale ci siamo abituati senza chiederci mai cosa acquistiamo o cosa mangiamo. Ma soprattutto, ci siamo mai chiesti cosa diamo da mangiare ai nostri figli? Ci è mai sfiorato il dubbio di quale sia la magia che permette di conservare tanto a lungo alcuni prodotti ed altri preparali in un batter d’occhio? La risposta al buono, veloce ed economico è: additivi alimentari.
Gli additivi sono sostanze essenzialmente chimiche usati dalle industrie alimentari che non danno nessun apporto nutrizionale e non fanno mai parte degli ingredienti dei prodotti ma vengono impiegati soprattutto:
1) per conservare i prodotti rallentando la crescita di microbi e antiossidanti facendo quindi in modo che i prodotti non diventino acidi;
2) per ed esaltarne le caratteristiche, i coloranti, addensanti, emulsionanti, dolcificanti, ed esaltatori di sapidità;
3) per facilitare la lavorazione degli alimenti, e sono additivi tecnologici.
Prima di essere approvati per l’uso gli additivi vengono testati dagli organi preposti: per l’Europa, dall’Agenzia della Sicurezza Alimentare EFSA, a livello internazionale dalla FAO e dall’ OMS che ne rilasciano l’autorizzazione e ne dispongoono le relative quantità. Gli additivi vengono riconosciuti da una sigla numerica preceduta da una E.
Ecco le sigle degli additivi più usati:
1 Classificazione in base al numero
4 E300-E399 (antiossidanti e regolatori di acidità)
5 E400-E499 (addensanti, stabilizzanti e emulsionanti)
6 E500-E599 (regolatori di acidità e anti-agglomeranti)