Un’idea di fattoria biologica

(di M.C. Cantafora)

 

la-fattoria-biologicaChiunque può diventare un piccolo coltivatore da un quarto di acro” (M. Fukuoka, La fattoria biologica 1992, Ed. Mediterranee, Roma)

 

Tornare alla natura, seguire il suo corso senza interferire con la sua capacità creativa, riappropriarsi delle sue dinamiche, facendo rivivere terre marginali e campagne abbandonate è una sfida, anzi “la sfida” a un tipo di agricoltura industrializzata e condizionata in modo totale dalla tecnologia e dalla chimica.

Avere una apertura dello sguardo che consenta a chi si vuole occupare della terra di giungere a una visione olistica del proprio operato, con l’obiettivo di contrapporsi al concetto di conquista e di uso del territorio con la finalità di uno sfruttamento incondizionato e distruttivo, è un progetto che comporta grandi responsabilità.

La fattoria e i tanti valori...

Per affrontare l’idea di creare una fattoria biologica, è fondamentale partire da un presupposto imprescindibile: l’etica lavorativa ovvero quell’insieme di principi, di relazioni e conoscenze che permetteranno di raggiungere il punto più alto di equilibrio fra la terra e chi la lavora, tendendo sempre a gestire e mai a stravolgere l’ambiente circostante, avendo innanzi tutto la coscienza dei propri limiti e quindi delle difficoltà del cammino intrapreso.

La parola chiave di questo insieme di principi è: valorizzazione. Non si tratta, infatti, di attrila-fattoria-biologicabuire solamente un prezzo equo al prodotto che sta alla fine della filiera, di quantificare un profitto, ma di tenere nel giusto conto l’impegno e la fatica di chi opera, che non solo applica il metodo e le regole dell’agricoltura biologica, ma utilizza anche le “buone pratiche” per mantenere sempre costante la tutela e la conservazione dell’ambiente.

A prescindere dai mezzi tecnici impiegati, dalle rese di ciò che si produce nel periodo stabilito, l’agricoltura biologica e, in sintesi, tutta l’agricoltura sostenibile rappresenta uno stile di vita.

Si riscoprono valori dimenticati nel frenetico trascorrere di convulse giornate dense di un lavoro poco gradito, ripetitivo e alienante. Basti pensare ai tagliatori di canna da zucchero, anche se in molte parti del mondo attualmente si privilegia la raccolta meccanica, che sono sottoposti a un lavoro massacrante e pericoloso.

La fattoria biologica e l’uomo

Lo stilemaria-cristina-cantafora di vita, appunto, è composto invece da un insieme di valori fondanti: il piacere della condivisione di un progetto, il coraggio e l’orgoglio di voler tentare nuove vie, la ricerca e l’innovazione e, non ultima, la solidarietà che nasce da uno sforzo comune a tutti nel perseguire l’obiettivo finale, che non ha come unico scopo solo la produzione di cibo sano e pulito, ma anche quello di diffondere il messaggio che esiste l’alternativa di una vita migliore, più sana e più “amica” della natura.

L’uomo insieme alla terra, all’interno della fattoria biologica è protagonista, nessuno dei due può prescindere dall’altro, tutti i processi e gli scambi che avvengono, devono essere improntati al massimo rispetto reciproco che, insieme all’amore per il creato e all’armonia, sono gli ingredienti necessari per sostenere e guidare una buona impresa.

 

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